Grande soddisfazione per i docenti e studenti dell’Istituto Bernardo Marsano di Genova per essersi aggiudicato il primo premio nel Concorso Nazionale “1944-2024” organizzato dall”A.N.V.C.G (Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra). Al concorso hanno partecipato ben 511 scuole, questo rende il risultato ancora più straordinario non solo perché celebra la memoria, ma mette in evidenza anche tutto l’impegno profuso dalla comunità scolastica su un tema importante e sensibile. A ritirare i premi erano presenti la dirigente scolastica la prof.ssa Maria Orestina Onofri, la prof.ssa Alessandra Piccini, il prof. Stefano Castronovo, la prof.ssa Roberta Magri, le studentesse e gli studenti: Ted Balbi, Isabella Ferro, Stefano Mulas, Valentino Mattalia, Joseph Antoniotti, Lorenzo Scaletti e Gjylizar Freccero.
Prof. Franceschi un grandissimo risultato, quando è iniziato il lavoro di progettazione e realizzazione del video vincitore del concorso?
Il lavoro di progettazione e produzione del video è durato soltanto un mese scarso. Venuti a conoscenza del bando, il collega Stefano Castronovo e io ci siamo tuffati nella lettura e nel cercare insieme agli studenti un soggetto da rappresentare. Abbiamo unito le forze dei nostri laboratori di Arte Visive, tenuto da Stefano, e Musicale, tenuto da me e dal collega Paolo Gatto, per rappresentare, attraverso una scena teatrale di marionette di carta, l’atrocità delle morti di giovani vite in epoche diverse. Il parallelismo tra i due eventi storici è stato legato dall’enigmatica figura della Morte, che come un pifferaio macabro anziché magico trasporta le anime dei defunti da uno spaziotempo ad un altro. Il suo intento è lasciato allo spettatore: cercare una sua egoistica autoalimentazione crogiolandosi nella morte di giovani innocenti, oppure provare a donare loro una seconda opportunità nella speranza di una vita migliore.
Con quale spirito critico, impegno e soprattutto consapevolezza hanno partecipato gli studenti?
Abbiamo cercato di coinvolgere un numero cospicuo di studenti principalmente per due motivi: da un alto far partecipare attivamente a un complesso lavoro di progettazione per allenare lo spirito di problem solving e la capacità di lavorare in team; dall’altro per spronare il ragionamento critico su un tema di tale importanza in un contesto progettuale, il cui prodotto sarebbe stato fruibile da molti.
L’aver fatto partecipare un numero così elevato di alunni ha reso molto faticoso (e a volte impossibile) far seguire tutti gli step progettuali, e la frammentazione di alcune parti ha portato a dover riprendere le fila del discorso a più riprese per assicurarci che nessuno perdesse di vista il progetto nella sua interezza.
Come indicato nel bando del concorso, anche quest’anno, è stato scelto un tema che collegava attualità e memoria storica. Una considerazione da parte degli studenti su accade oggi, come e quanto sia importante informarsi e soprattutto non dimenticare.
Il concetto di “non dimenticare” è molto difficile da far digerire a ragazzi nel pieno dell’adolescenza. Per loro è il momento del Fare. Difficile che si preoccupino di ricordare la Storia quando ancora devono scrivere per intero la propria. Per questo partecipare a lavori di gruppo e ancorare emozioni a concetti importanti come quelli trattati reputo sia il miglior seme da piantare nelle loro giovani menti affinché, crescendo, possano davvero non dimenticare. Il legame con ciò che hanno fatto con il perché sarà così saldo da permettere loro di ricordare. E aiutare gli altri a fare altrettanto.” Dall”A.N.V.C.G (Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra) durante la giornata del concorso è stato realizzato un video reportage nel quale è presente un’intervista a una dei nostri studenti.
Prof.ssa Maria Orestina Onofri, la Senatrice Liliana Segre il 27 gennaio, giorno della memoria, alla Statale di Milano ha ricevuto la laurea honoris causa, in quella occasione ha dichiarato: «365 giorni all’anno, non solo oggi, tutti i giorni possono essere uguali e diversi, ma quel luogo non si dimentica mai », in qualità di dirigente scolastica in merito a questa dichiarazione secondo lei quanto la scuola può e deve educare a questa consapevolezza?
Concordo con la Senatrice Liliana Segre. Il grande lavoro della memoria si fa e si deve fare 365 giorni l’anno, perché quello che “è accaduto, può accadere ancora”, come ci ricordava Primo Levi. Del resto proprio il pogrom del 7 ottobre scorso in Israele, raccontato nel video della nostra scuola, è una dimostrazione che non bisogna mai abbassare la guardia, che la violenza più brutale della storia può tornare ad essere cronaca. La stessa senatrice Segre continua ad essere oggetto di violenti attacchi antisemiti, solo perché come vittima innocente della Shoah si è esposta e offerta al grande lavoro della testimonianza, proprio nelle scuole.
Per questo il lavoro nelle scuole, tutto l’anno, diventa fondamentale. Tra poco non avremo più testimoni viventi della Shoah o della violenza della Seconda Guerra Mondiale. Allora sono proprio i più giovani che devono diventare testimoni di testimoni, devono ricordare anche per chi non ci sarà più e per chi non c’è ancora. I nostri laboratori artistici sono volti a creare un legame saldo con gli avvenimenti che vogliamo raccontare. Un legame che, come dice il prof. Franceschi, consolida il ricordo. Siamo grati all’A.N.V.C.G per averci dato l’occasione di partecipare a questo evento e per averci invitati alla bellissima cerimonia di premiazione che, proprio attraverso le testimonianze presentate (in particolare quella di un ragazzo che solo 10 anni fa è rimasto vittima di una mina inesplosa della seconda guerra mondiale, mentre, proprio come i nostri studenti del Marsano, seminava un orto), ha reso viva e attuale la riflessione e il dolore sulla guerra e sulla violenza.
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